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La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)

663223
Dossi, Carlo 15 occorrenze
  • 1879
  • Stab. Tip. Italiano DIRETTO A L. PERELLI - Ditta Libraria di NATALE BATTEZZATI
  • prosa letteraria
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La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)

odii tu? - Gualdo, stupito, il fisò, mentre gli si componèa nel capo il senso della domanda; poi: - Odiarti ... io? epperchè? ... Io non odio nessuno

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cacciata, fugge, stringèndosi al seno la bimba ... Cresce il trepicchio, il corricorri degli inseguenti ... I nemici gli tengono dietro, gli vèngono

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, il creato. Da tè gli entusiasmi, gli abbattimenti da tè. E, più che altro, tu sei giunta, tu sola, a quanto gli uòmini con la loro artefatta giustizia

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, perplesso, sostò. Le sue superbie, i giuramenti, i puntigli, gli ritornàvano in folla. Tanto più, che gli occhi di lui aveano in quella incontrato una

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Era il Beccajo rimasto come folgoreggiato: era caduto il fucile di lui, e, cadendo, esplodeva. Gli altri, Làzaro il Guercio e Sergio il Ranza, avèano

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alla porta di una capanna sua, in sui ginocchi una bimba che, a lui dormiente, gli si potèa sicura addormentar fra le braccia; una bimba cinquenne

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. Ciascuno a suo senno. Chi non vuol stare con mè, chi non mi vuole per capo ... peggio per lui! si pigli ciò che gli tocca, e ... vada. Ampia è la

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Di Forestina l'ottava messe. Come le treccie di lei biondeggiàvano i campi; come gli occhi lampeggiàvano le falci dei mietitori. E i mietitori

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officiali, e un capitano di austera fisionomìa. E, secolui, scese Aronne, il quale, a coloro che ansiosi gli si pressàvano intorno, bisbigliò un: - tutto

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immoti, accompagnàndole con gli occhi intensi di sguardo. Quantunque, corrotti il palato dal pimento dei vizi, male potèssero assaporare la tenuità di un

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memoria gli cominciò a rifluire: risovvenne il bagordo, lo sbarco, il viaggio; risovvenne sè stesso: e lentamente, quasi a elùder lo squillo della

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pròdigo suolo ha gareggiato coi desiderii e li ha vinti. Certo il pane, ecco una fame di più elevati bisogni. Gènerano, gli strumenti, nuovi strumenti

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vista, l'ànimo mi si velava di una dolcezza amarìssima, gli occhi mi diventàvan lucenti, màdido il viso, e allora amavo i luoghi a tè cari, dove

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mezzo poi, da tutti gli altri attorniato e appunto fra le due vecchie che somigliàvano alle due Parche peggiori, Làchesi e Cloto, rimase Aronne. In una

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naufragio. A un tratto, gli sguardi, chiamàndosi vicendevolmente, affollàronsi verso la rada ad una nave in ormeggio, per dilungàrsene, poi, con una

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